venerdì 26 febbraio 2010

CAVACURTA




                          Il lago Gerundo (o Gerondo) era un vasto lago lombardo a carattere principalmente paludoso che occupava un'antica e profonda depressione alluvionale a cavallo dell'alta e bassa Pianura Padana, in cui esondavano e acque dell'Adda,del Brembo, del Serio e dell'Oglio. Era situato nell'area oggi appartenente alla parte meridionale della provincia di Bergamo, alle parti settentrionai della provincia di Lodi e del Cremasco e alla parte orientale della provincia di Milano.
Etimologicamente, è probabile che il toponimo "Gerundo" derivi da
géra (ghiaia, cfr. Gera d'Adda), oppure gérola (sasso).







Provincia di Lodi nel medioevo da un affresco nei Musei Vaticani

La prima pergamena in cui si fa accenno all'esistenza di Cavacurta risale all'anno 997.
Sul punto più alto del  paese, dove si trovano ora gli edifici parrocchiali,fu edificato nel medioevo un castello con un alto torrione,che segnalava,attraverso le vedette situate sulle torri dei vicini centri di Camairago e di Maleo,l'avvicinarsi di eventuali nemici delle terre golenali dell'Adda.
Alla fine del quattrocento sulle fondamenta del castello ormai raso al suolo,i frati dell'ordine dei Servi di Maria edificarono il loro monastero,tuttora visibile. L'edificio storico più rilevante e l'ex convento dei Serviti,che in passato era dotato di ben cinquanta celle.Il monastero fu ristrutturato nel 1736 e venne soppresso nel 1798










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Chiesa Parrocchiale di S.Bartolomeo Ap.

  in CAVACURTA (Milano) 


                          





Fotografia di Giuseppe Rocca


CVACURTA anni 50
        

              

Interno de la Chiesa Parrocchiale di S.Bartolomeo Ap.
In CAVACURTA (Milano) – ne la quale rifuigono
Con la pietà profondamente sentita ed apertamente vissuta
Opere di arte classica
Sec. XI    -
Foto anno 1950

Vetusta storica CAPPELLA DELL’ADDOLORATA
Nella Chiesa Parrocchiale di S.Bartolomeo In CAVACURTA (Milano)
Dove i sui servi col confratello BEATO GIOV.ANGELO PORRO
Colla fiamma della preghiera profusero pregievolezza d’arte
1400 - 1790

La chiesa è del 1603 ricca di opere d'arte una curiosa
"impronta del piede diGesù"
portata a Cavacurta dai crociati nel 1488

Simulacro -Madonna di Caravaggio

                                                              26-12-1952

 Annessa all’ex convento è la bella edicola del 

Beato Porro,


innalzata dopo il 1468




                                 ANNUS SANcTUS 1950



La chiesa di San Bartolomeo e l’ex-convento dei Servi di Maria
In posizione eccentrica rispetto all’asse viario principale del paese, e dominante la campagna
sottostante, sorge il complesso monumentale del convento e chiesa dei Frati Serviti. Secondo
la tradizione il complesso fu edificato su un precedente fortilizio di eta medievale, del quale
pero non rimane oggi alcuna traccia.
Si accede al complesso mediante un ingresso monumentale dal motivo a serliana che immette
nel vasto piazzale del convento. Un lato di questo e recinto da una balconata aperta sulla
campagna sottostante, il lato opposto e occupato dalla facciata della chiesa e da un’ala del
convento (un’altra in posizione simmetrica e stata demolita). Sui due lati brevi la piazza e chiusa
analogamente da ex strutture conventuali. Nonostante le gravi manomissioni operate a partire
dall’Ottocento, risulta ancora molto evidente l’assetto urbanistico del complesso, dove alla
chiesa era riservata una posizone di assoluta rilevanza. La chiesa era dedicata in origine a
S.Maria delle Grazie, ma le fonti la ricordano comunemente nella forma corrotta di “Santa
Maria d’Arasia”. Divenne di una certa importanza quando, nel 1466, il vescovo di Lodi Carlo
Pallavicino permise ai cavacurtini di riunire i benefici delle chiese di Santa Maria d’Arasia e
S.Sisto in Pozzolto in modo da garantire una rendita sufficiente al mantenmento di un
sacerdote in loco.
Nel 1468 il vescovo Pallavicino concesse la chiesa i Servi di Maria. Ma soltanto dopo che i
cavacurtini ne ebbero rimpinguato la rendita con lasciti di terreni i frati ne presero reale
possesso. Secondo il memorialista Lorenzo Monti la chiesa, che intanto aveva mutato nome ed
era stata intitolata a San Bartolomeo, rimase in piedi fino al 1603, anno a partire dal quale venne
ricostruita nelle forme in cui oggi si vede. Le numerosi modificazioni successive, non hanno
eccessivamente alterato l’aspetto tardo rinascimentale che i Servi le avevano conferito. Fu,
purtroppo, in seguito alla soppressione del convento nel 1798, che molti dei suoi preziosi arredi
andarono dispersi e quelli che oggi rimangono sono solo in parte identificabili con le descrizioni
antiche della chiesa.

ANALISI ARTISTICA della CHIESA
La facciata e a due ordini, divisa da una cornice marcapiano con triglifi. La parte bassa e ripartita
in specchiature per mezzo di lesene appena rilevate sulla cortina muraria. Il portale e preceduto
da un arioso protiro voltato a crociera e impostato con archi a tutto sesto su due eleganti
colonne in granito.
La zona superiore e conclusa da un timpano triangolare a tre cuspidi a obelisco; si raccorda alla
parete bassa mediante elementi triangolari chiusi da due cuspidi. Funge da sutura tra le due
zone un alto zoccolo interrotto al centro da una finestra con motivo a bifora (purtroppo chiusa)
inquadrata da una cornice di forme tardo rinascimentali sormontata da un timpano curvilineo
con riccioli e dentelli secondo il piu diffuso repertorio decorativo dell’architettura manierista.


ANALISI ARTISTICA della CHIESA
La facciata e a due ordini, divisa da una cornice marcapiano con triglifi. La parte bassa e ripartita
in specchiature per mezzo di lesene appena rilevate sulla cortina muraria. Il portale e preceduto
da un arioso protiro voltato a crociera e impostato con archi a tutto sesto su due eleganti
colonne in granito.
La zona superiore e conclusa da un timpano triangolare a tre cuspidi a obelisco; si raccorda alla
parete bassa mediante elementi triangolari chiusi da due cuspidi. Funge da sutura tra le due
zone un alto zoccolo interrotto al centro da una finestra con motivo a bifora (purtroppo chiusa)
inquadrata da una cornice di forme tardo rinascimentali sormontata da un timpano curvilineo

con riccioli e dentelli secondo il piu diffuso repertorio decorativo dell’architettura manierista.


L’interno e a navata unica, voltato a botte con cappelle laterali, le ultime ai lati del presbiterio si
spingono piu in fuori, a simulare un transetto; il presbiterio e a pianta quadrata.

Nella prima cappella a sinistra e sistemato il bel fonte battesimale in marmo bianco, donato nel
1588 dalla Comunita di Cavacurta, sovrastato da una copertura lignea settecentesca. La
cappella aveva ai fianchi due balconate (ne resta una sola) dalle quali si poteva assistere al rito
battesimale.
Segue la cappella della Beata Vergine Maria, la piu ricca di tutta la chiesa per il culto particolare
che da sempre i Serviti le tributarono. La cappella e chiusa da una balaustra in marmi policromi;
sopra l’altare, che porta nel clipeo centrale l’emblema servita del cuore trafitto da sette spade,
vi e la nicchia con la statua lignea settecentesca della Madonna Addolorata.
Le pareti presentano deglia affreschi coevi con finte architetture che inquadrano le figure di
due santi: ai lati della nicchia altre figure, forse un profeta e una sibilla. Sulla volta Dio Padre
benedicente.
 
                     
In un pilastro d’ingresso alla terza cappella e murata una curiosa reliquia con la “forma della
pianta del piede del nostro Signor Iesù Cristo”, ivi portata da certo Chamis da Mortara, ducalis
squadrerio, nel 1448.


Le pareti di questa cappella dovevano essere affrescate come la precedente, ma furono
ridipinte in epoca non lontana lasciando in vista almeno le figure principali di Santa
Caterina,Santa Lucia, Santa Apollonia, Sant’Agata.
Un importante affresco del primo Cinquecento, proveniente dalla distrutta chiesa di S.Sisto in
Pozzolto raffigura la Madonna delle Grazie fra San Sebastiano, San Govanni Battista e un
donatore.

Nel transetto sinistro e collocato il dipinto con la Madonna di Loreto, commissionato da un
certo Agostino Bignami nel 1609. Nel transetto destro si trova un importante dipinto della
bottega del Malosso, con i santi Biagio ed Antonio Abate, gia pala d’altare dell’omonima
cappella.

Nella seconda cappella a destra vi e un grande altare ligneo barocco in cui e stata inserita
recentemente una statua di San Giuseppe. Ai lati due tondi ad affresco settecenteschi , ma
molto ridipinti, con San Bassiano e il Beato Giovan Angelo Porro.
Il presbiterio, ancora dotato di balaustra, e occupato dal ricco altare marmoreo con intarsi
colorati. Di grande interesse e il coro in legno di noce, fatto costruire nel 1660 dal rettore Enrico
Corti, con schienali decorati da motivi classici che racchiudono busti a tutto tondo dei piu
insigni rappresentanti dell’ordine servita. Nel sedile centrale e raffigurato S.Filippo Benizzi,
unico tra i Servi ad essere innalzato al soglio pontificio
Le volte della navata e del presbiterio sono state affrescate nel primo Novecento dal pittore
lodigiano Cesare Minestra con Storie di San Bartolomeo e varie figure allegoriche.
[da M.Marubbi, Monumenti e opere d’arte nel Basso Lodigiano,1987]
IL CONVENTO
Il convento di Cavacurta e stato fondato intorno alla meta del secolo XV dai frati dell’ordine dei
“Servi di Maria” (secondo il “Catastro”, precisamente nel 1485, il 7 luglio).

Verso la fine del 1500 il convento di Cavacurta era un dei piu importanti della Lombardia. Era
costruito su due piani compreso il pian terreno e misurava nell’interno m₂ 808,720. Era dotato
di un numero considerevole di celle (oltre 50) per una consistente comunita di frati, oltre alle
strutture tipiche dell’architettura conventuale quali il refettorio, il capitolo, la biblioteca. Vi pure
un giardino con orto e vigneto, attraversato da un viale che portava alla Cappella del Beato
Giovan Angelo Porro. Il refettorio era in stile fratesco con banchi e sedili addossati alle pareti
con schienali di legno. La cucina aveva una dispensa e una piattaia. Per una scaletta si giungeva
alla parte superiore dove si trovava il corridoio sul quale davano le celle dei frati, la foresteria, il
quartiere indipendente del Parroco e i quartierini per il predicatore.
In basoo vi erano numerose stalle e locali annessi per le cavalcature, un vasto portico per le
carrozze, carri, legnami, ecc. Al piano superiore la sala per le riunioni (il capitolo) e un’altra sala
adiacente erano arricchite di quadri e pitture tali da formare una piccola galleria.
IL convento di Cavacurta ospito personaggi illustri, tra i quali: San Filippo Benizzi, frate
Francesco Bignami ed il Beato Giovannangelo Porro, cui e dedicata un’edicola a ricordo
dell’apparizione della Vergine.

Il 25 giugno 1798 il convento fu soppresso dalla Repubblica Cisalpina, per ordine di Napoleone
Bonaparte. Dopo l’espulsione dei Servi di Maria, vi rimase come Parroco Vincenzo Maria
Bocconi, alla cui morte si succedettero parroci del clero secolare.
Oggi rimane soltanto un’ala del convento, piu volte rimaneggiata e adattata a piu moderne
esigenze abitative, sicche non e piu possibile intuirne le forme originarie. Soltanto nel lunettone
in ferro battuto sopra la porta d’ingresso che da sulla piazza e ancora visibile l’insegna dei Servi
di Maria.
L’EDICOLA DEL BEATO GIOVANNI ANGELO PORRO

Secondo la tradizione, il Beato Giovan Angelo Porro, dimorante nel convento dei Servi di Maria
di Cavacurta, si recava spesso in preghiera sulle rive dell’Adda, che all’epoca scorreva poco
discosta dal convento. Qui gli era apparsa piu volte la Vergine e alcuni confratelli lo videro
assorto in preghiera ed elevato da terra in estasi mistica, presso un cespuglio di rose fiorite
nonostante la stagione invernale.
In quel luogo, gia agli inizi del Cinquecento, poco dopo la morte del Beato Giovan Angelo, era
sorta una cappellina, probabilmente voluta dalla gente del luogo che doveva professare per il
Beato qualche forma di devozione particolare, viva ancora oggi. La cappella, rifatta nel
Settecento, sorge isolata nella campagna in vista dell’ex-convento. In essa vi e un interessante
affresco che raffigura l’Apparizione della Vergine al Beato Giovan Angelo secondo l’iconografia
nota della leggenda: nella parte alta la Vergine col Bambino appare su un trono di nuvole, piu in
basso il Beato Porro, circondato da un’aureola splendente, e in ginocchio, sollevato da terra e
in adorazione. Tra la neve un cespuglio di rose miracolosamente sbocciate. Fu eseguito nel 1820
dal pittore lodigiano Antonio Porro sulla traccia di una precedente composizione gia allora in
gran parte perdutasi.
CHIESA DI SAN ROCCO

≪Un oratorio dedicato a san Rocco esisteva probabilmente fin dal Quattrocento presso il trivio
dove si dipartivano le strade per Pavia, Milano, Cremona, anche se e documentato solo a
partire dal secolo successivo. Presentava una struttura molto semplice, ad aula quadrata con
copertura lignea e altare addossato alla parete di fondo. A destra della facciata, e su un piano
avanzato rispetto ad essa, si innalzava il campanile, forse gia quello attuale, cuspidato e con
quattro pinnacoli, nel 1609 l’oratorio venne allungato e il presbiterio diviso dall’aula mediante
una balaustra, ma aveva ancora una copertura a capriate in legno. Divenuto sede della
confraternita del SS. Crocifisso, l’edificio subi altri rifacimenti tra il 1764 e il 1769 quando venne
realizzata la copertura in mattoni e furono costruite l’abside e la Cappella del Rosario. Nel 1798
la Confraternita del Crocifisso fu soppressa e da allora la chiesa ando incontro ad un lento , ma
incessante degrado, fino ad essere trasformata recentemente in un laboratorio di
falegnameria. Benche danneggiata, la chiesa si impone ancora oggi quale interessante
monumento del centro cavacurtino, soprattutto se osservata nella parte absidale, che
esternamente e la meglio conservata, e nel fianco nord che mantiene ancora le finestre
settecentesche dal profilo mistilineo.
[…] l’interno e ad una sola navata, coperto a botte, con spicchi a volte unghiate, ed e diviso in
quattro campate da pilastri che costituiscono ormai l’unico elemento decorativo rimasto. Tra la
ricca dotazione della chiesa dovevano essere di un certo interesse un’antica immagine di San
Rocco, forse proveniente dall’oratorio quattrocentesco, e un affresco con la Madonna col
Bambino tra i santi Fermo e Rocco ivi trasportato dalla distrutta chiesa di san Sisto in Pozzalto.
Frammenti di questi affreschi si conservano ancora presso privati.≫
E’ ancora oggi adibita a falegnameria da quando, nel corso dei primi anni sessanta del
novecento, il comune la cedette a privati.
[da Mario Marubbi , Monumenti e opere d’arte nel Basso Lodigiano, 1987]
ORATORIO DEI SS. CARLO E FRANCESCO
(frazione Reghinera)
≪L’oratorio sorse intorno alla prima meta del XVII secolo (1626 ca) per soddisfare i bisogni
spirituali di una comunita allora assai vasta.
Con lo spopolamento di Reghinera anche la chiesa e stata abbandonata ed e ora chiusa. Ha una
sola navata, con copertura lignea in vista, divisa in due campate da un arcone poggiante su
pilastri; il presbiterio e a pianta quadrata con volta a crociera ed e separato dall’aula mediante
una balaustra in legno dipinto. Ai lati, sui pilastri, sono due affreschi settecenteschi con la
Madonna col Bambino e la Vergine Addolorata, quest’ultimo di buona fattura e
iconograficamente rapportabile all’ambiente dei frati Serviti di Cavacurta.≫
[da Mario Marubbi , Monumenti e opere d’arte nel Basso Lodigiano, 1987]
PARROCI CHIESA DI S.BARTOLOMEO AP. IN CAVACURTA
La prima attestazione di un insediamento religioso a Cavacurta risale al secolo XIII, quando la
chiesa di San Bartolomeo fu tra le istituzioni ecclesiastiche lodigiane tassate dal papato nella
“talia” del 1261, dove figurava sottoposta alla giurisdizione della pieve di Camairago
(CDLaudense 1879-1885, II, 354). Nel secolo XV la chiesa di San Bartolomeo era officiata da clero
secolare e manteneva il titolo di rettoria, ma dal 13 febbraio 1468 fu concessa ai Servi di Maria
Vergine: il provvedimento fu confermato dalla bolla del 9 luglio 1485 di Innocenzo VIII che
sanciva l’insediamento dei Serviti in San Bartolomeo, dove eressero un convento e mutarono la
denominazione della chiesa in Santa Maria delle Grazie (Agnelli 1917). Nel 1584 la chiesa di
Cavacurta fu censita come parrocchia nel riordinamento della struttura territoriale ecclesiastica
del Lodigiano seguita al Concilio di Trento (Chiese parrocchiali di Lodi 1584). Dal 1603 al 1630 fu
riedificata la chiesa parrocchiale e conventuale di Cavacurta, che torno in tale periodo alla
denominazione originale di San Bartolomeo (Agnelli 1917).
Dopo la soppressione del convento dei Servi di Maria il 25 giugno 1798 dalla Repubblica
Cisalpina, ad opera di Napoleone Bonaparte, le cure della comunita ritornaro al clero secolare.
Di seguito si riporta la cronologia dei Parroci dal 1798 ad oggi:
1. Vincenzo Maria Bocconi [fino al 4 febbraio 1804]
2. Carlo Tobia Del Moro [14 febbraio 1804 – 6 agosto 1829]
3. Giuseppe Vignati [6 dicembre 1829 – 26 giugno 1864] di S.Angelo Lodigiano
4. Achille Belloni [1 aprile 1865 - 1868] di Codogno
5. Pompeo Pedrazzini [18 giugno 1868 – 1 giugno 1898] di Borghetto Lodigiano
6. Giuseppe Sfondrini [8 dicembre 1898 – 31 marzo 1927] di Zorlesco
7. Francesco Pozzoni [26 dicembre 1927 – 22 febbraio 1955] di Orio Litta
8. Luigi Corradi [maggio 1955 – maggio 1990] di Caselle Landi. Presente a Cavacurta come
Vice Parroco dal 21 giugno 1939
9. Modesto Cremascoli [giugno 1990 – giugno 2009] di Borghetto Lodigiano. Ingresso
ufficiale avvenuto l’8 settembre 1990
10. Pierluigi Rossi [dal luglio 2009] di S.Martino in Strada. Ingresso ufficiale avvenuto il 19
settembre 2009


I sacerdoti



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                       Autore: Conte Trecchi -1700

                                   Tomba di Lesna
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San Sisto




  






REGHINERA  Frazione di Cavacurta
Fotografie di Tino Bruschi.













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